Welcome to Dubai

Lorenzo Fresh
5 min readJan 18, 2017

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2007–2017: Solo una storia di confine

Ho deciso di ripubblicare una pagina di diario che scrissi nel Marzo 2007. La giornata di oggi mi ha ricordato quanto sia degradante sentirsi le mani addosso delle autorità in circostanze dove il tuo unico difetto è attraversare una dogana.

Roma-Zurigo-Dubai

Pensi che il mondo sia fatto di attraversamenti e ne sei convinto.
Ti muovi agile tra le hall degli aeroporti del mondo. Sorridi e parli
5 lingue. Ti stanno aspettando. Sei convinto che casa tua sia tutto il pianeta
e ringrazi per la fortuna di farti largo su questo pianeta chiamato Terra.

Ti godi un film, sei a 12.000 km, vedi tutti dall’alto.
Hai un vestito di lino bianco fatto su misura per te. Non sei arrogante,
ma ti senti forte. Vedi il deserto in lontananza.
Prendi la valigia che incredibilmente arriva subito. Segui una donna
bionda che pensi sia del tuo stesso continente quando ti dice che è russa e che le serve un visto speciale. Tu sei europeo e non ti servono fogli, sorridi.

Ti dividono pochi metri dal sogno urbanistico che fantastichi da mesi
e dalla donna che tanto ti ama. Ormai ce l’hai fatta, ti stai trasferendo. Prendi il carrello e stai per uscire…

Stai per uscire.

“Scusi, mi può seguire?” mi sento tirare per un braccio.

“E questo chi cazzo è?” penso…

Nulla da dichiarare. Sarà un normale controllo.

“Salve. Da dove viene?”
“Da Roma”

“Venga con le valigie”

“Gentilmente me le fa aprire”
Sarà Due minuti e via, penso.

Con meticolosa precisione inizia ad aprire la prima borsa.
Ho tre borse.

Sarà un rapido controllo. Mi guarderà negli occhi e si renderà conto
che non ho nulla di sospetto.
Piano piano inizia ad aprire la prima borsa ed inizia a scrutare
ogni singolo oggetto. Mi guarda. Inizia a tastare le cuciture di ogni singolo vestito. Piano, piano.

Dopo 20 minuti mi dice:
“Senta le devo parlare francamente. Questo è un controllo anti droga.
Lei mi dica. Fa consumo di sostanze?”

“Chi io? Assolutamente no.” (faccio consumo di quello che voglio nella mia sfera privata, è un diritto che ho da dove vengo).
“Facciamo una cosa. Venga con me.”

Capisco che la situazione si sta stranamente complicando. Sono sereno,
non ho davvero nulla da temere.

Stanzino chiuso. Nudo, di fronte a me un agente sereno e più giovane,
dichiaro per la terza volta che non ho mai fatto uso di sostanze.
“Ok, facciamo una verifica. La porto al prelievo del sangue”
Mh…Sapevo che avrei potuto incontrare questa affermazione.

Forse l’abito bianco da trafficante colombiano?
Sono uomo, tra i 20 ed i 35 anni. Occidentale. Solo. vestito in
maniera particolare. Questo è il target di colui che va fermato.

“No, in effetti la scorsa settimana mi hanno offerto una canna. (‘sti
bastardi dei miei amici
) ma non ricordo bene. Forse 5, forse 6 giorni fa”

Mi ripete. “Mi dia tutto quello che ha e la facciamo finita qui” (ne dubito, anyway)

“Le assicuro che non ho nulla. Ma che ho fumato”

“Perchè parla arabo?” “Ho studiato in Egitto”

“Interessante. Sa, molti inglesi vengono e pensano di fare come stessero a casa loro. Ok. Nessun prelievo, ma le ripeto se le trovo qualche cosa io, passa guai seri”

E’ fin troppo tranquillo. Dico lui che non ho nulla.
Usciamo. Dopo tutto questo teatro credo di aver finito.

Apriamo la seconda borsa. Mi dice che lui è tra i più meticolosi e che
non gli sfugge nulla. Sono passati 45 minuti.

E’ stato un lungo viaggio. E non sembra per nulla finito.

Trova delle cartine lunghe che non mi spiego perché siano rimaste in quella tasca della valigia. “E’ per fumare tabacco; delle lunghe interminabili intossicanti sigarette di tabacco”

Compratevi dei cani della cinofila dall’ Italia, penso. Poi mi ricordo che il cane non viene utilizzato nel mondo mussulmano dalle autorità (pare che Maometto fu morso da un cane).

Ad un certo punto mi viene una paura incredibile quando mi inizia a
chiedere cosa sono queste briciole nei pantaloni.

E’ sabbia rispondo.
Con certosina attenzione; tasta, scruta, analizza, controlla ogni
singolo oggetto dei miei possedimenti. Sino ai miei pensieri, vorrebbe.

Sono sicuro che qualche cosa troverà. Non ho mai controllato i residui
negli angoli delle tasche.

Sono stanco, meno sereno di un ora prima.
Sono passate due ore.

Siamo all’ultima tasca dell’ultima borsa.

No. No. non ci voglio credere. Avevo due capsule di guaranà nella tasca.
mi guarda e con un ghigno del tipo…”Lo sapevo”, mi dice…

”Ora mi sa che c’è poco da scherzare. Cosa è questa?”

“Agente…E’ Guaranà. Guaranà. Si compra nei negozi”
“Non dire cazzate.Questa è Eroina”

Seeee. Cinema. Sconforto. Il vuoto in testa. Fuga di mezza notte. Adrenalina lungo la spina dorsale.

Chiama un altro agente. Parlano in dialetto del golfo. Non li capisco.
Mi accompagnano in un altra stanza.

Ma che davvero? Lò, stai calmo. Alla peggio torni in Italia. Dai non succede niente.

“Senta. Per noi questa è eroina. Da dove viene?”

“Da Roma”

“Cos’è il Guaranà?”

Ok. Basta poco. Ora facciamo un test chimico. Stia sereno. Non ha
nulla da temere.

Sto cazzo, penso. E metti che questi nelle tabelle farmacologiche hanno incluso anche il guaranà, come lo sciroppo che contiene la Codeina.

Un ragazzo africano fermato, accanto a me con una valigia piena di dvd. Sei un numero inutile quando sei in una stanza di un aeroporto, senza il tuo passaporto. Nessuno ti troverebbe mai più.

Gli sguardi minacciosi si stemperano. Forse si stanno rendendo conto di aver preso un granchio. Mi chiedono cosa ci faccio con un cucchiaino nella borsa.

“Lo utilizzo per mangiare lo yogurt”

Non gli piace troppo come risposta.

Un terzo agente viene. Mi guarda e mi dice. Posso assaggiare la sostanza.
E’ guaranà! Certo che può.

Aspetto altri 15 minuti per le analisi:

Torna con il risultato: il 7% risulta loro una sostanza sconosciuta.
Il 93% sono vitamine. Mi guardano e sorridono.

Io ormai sono sull’onda dell’assurdo e chiedo una tazzina di tè. Uno di loro me la vorrebbe anche offrire. Poi ci ripensano e si rendono conto che magari non è cosa buona dialogare con un trafficante internazionale di guaranà.

Mi salutano e mi dicono “Welcome to Dubai”

Welcome to Dubai to you!, penso…

Sono passate tre ore da quando sono atterrato.

Credo mi servirà del tempo per capire come funziona da queste parti.
Non essendo un turista e sentendomi molto ricettivo, la vedo una
condizione di vita un pò tosta. Sono l’unico caucasico nel raggio di
kilometri in una dinamica multiraziale tra indiani e pakistani.

Un confuso Lorenzo vi saluta e vi abbraccia.
Sapendo che c’è gente che vive da anni qui e non è ancora uscita dalla
confusione e che per forza di cose ti porta a rintanarti in quelle
enclavi bianche e confortevoli da dove via wireless vi sto scrivendo
questa mail.

Salam-alekum

Lorenzo Fresh in the Emirates with two pills of Guaranà

Tre giorni dopo il mio arrivo in quel Marzo 2007 accadde questo ed io ne seguì la storia da Dubai. Caso volle che aveva il mio nome.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/03_Marzo/26/dubai_hashish_regista.shtml

Welcome to Dubai. Lorenzo Fresh 2008

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Written by Lorenzo Fresh

Urban & Data Anthropologist. UX Researcher for Fifth Beat (ITA/DE) and Vertical (USA). World ethnographer

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